Le tecniche PMA vengono comunemente distinte in tecniche minori o maggiori:
A. Le tecniche minori comprendono:
1) le inseminazioni artificiali con liquido seminale omologo (AIH)
2) Le inseminazioni artificiali eterologhe (IAD)
1) Il liquido seminale può essere depositato all’interno della cavità uterina (IUI), nella cavità peritoneale (IPI) o nelle tube per via ascendente (ITI). In quanto trattamenti minori, devono essere proposti come primo approccio quando indicati. La non invasività e la facilità di esecuzione non deve però condizionare la scelta qualora non esistano nella coppia condizioni tali da permettere un concepimento in vivo, quindi: funzionalità tubarica normale o lievemente compromessa, liquido seminale con parametri della norma o lievemente alterati; cavità uterina regolare. Sono quindi indicati: - nella subfertilità di grado lieve - nella infertilità idiopatica - possono inoltre trovare indicazione nella impotenza e nel vaginismo, nella eiaculazione retrograda, nelle patologie cervicali, nella ipospadia. Numerosi studi hanno dimostrato che le inseminazioni offrono migliori possibilità di successo quando associate ad una stimolazione ovarica per una crescita follicolare multipla, per cui tale utilizzazione è largamente diffusa. La stimolazione deve comunque tendere ad ottenere una crescita follicolare non eccessiva per ridurre al minimo il rischio di iperstimolazione ovarica e di gravidanze multiple, che rappresentano una delle complicanze più frequenti di questi trattamenti. La inseminazione non deve essere eseguita quando sono presenti (4/5 follicoli preovulatori (diametro >17). È consigliabile l'applicazione di queste tecniche minori fino ad un massimo di 5-6 cicli, periodo entro il quale si verifica il maggior numero di gravidanze. Qualora non si ottenga un risultato positivo entro 5-6 cicli, la coppia deve essere informata delle possibilità alternative di trattamenti più efficaci;
2) Inseminazioni eterologhe (vedi capitolo utilizzazione del seme eterologo)
B. Per tecniche maggiori si intendono i trattamenti che prevedono un prelievo di ovociti e il trasferimento intrauterino di embrioni:
· Trasferimento intratubarico di gameti (GIFT), o zigoti (ZIFT)
· Fertilizzazione in vitro e trasferimento degli embrioni, intrauterino (FIVET) o intratubarico (TET), per via laparoscopica o retrograda all’interno della tuba. La fertilizzazione può essere ottenuta con la metodica convenzionale, mettendo a contatto in coltura spermatozoi ed oociti (FIV), con l’iniezione all’interno del citoplasma di spermatozoi (ICSI) o di precursori degli spermatozoi (ELSI, ROSI). Tecniche ormai superate, volte ad aumentare le percentuali di fertilizzazione sono l’iniezione di spermatozoi sotto la zona pellucida (SUZI) e la dissezione parziale della zona pellucida (PZD).
Un ciclo convenzionale di FIV-ICSI/ET prevede: 1. una stimolazione della crescita follicolare multipla 2. il prelievo di ovociti la inseminazione in vitro e la coltura di embrioni 3. la coltura ed il trasferimento di embrioni in utero 4. la crioconservazione di embrioni (o ovociti) in eccesso. Gli spermatozoi, utilizzati per la fertilizzazione possono essere recuperati dall’ejaculato (tecnica classica), dall’epididimo (MESA-microsurgical sperm aspiration, PESA-percutaneal sperm aspiration) o dal testicolo (TESE-testicular sperm extraction, TESA-testicular sperm aspiration).
Vengono comprese tra le tecniche maggiori alcune metodiche che raramente trovano applicazione clinica e che rappresentano varianti delle tecniche principali quali il trasferimento intrauterino di gameti (GIUT), il trasferimento tubarico di gameti per via transvaginale (TOST), il trasferimento intratubarico di oociti iniettati (MIFT).
Le tecniche maggiori hanno in comune: 1. una prima fase di induzione farmacologica della maturazione follicolare multipla, 2. il monitoraggio ecografico ed ormonale della risposta ovarica, la necessità di aspirare i follicoli per il recupero degli oociti in anestesia locale o generale 3. la preparazione del liquido seminale.
La fertilizzazione in vitro e con trasferimento intrauterino degli embrioni (FIVET) prevede, dopo il recupero, l’incubazione degli oociti con spermatozoi mobili, il controllo della fertilizzazione (12-20 ore dall’inseminazione) e il trasferimento intrauterino degli embrioni ottenuti a vari stadi di sviluppo (2 cellule-blastocisti: 48-140 ore dall’inseminazione). Indicazione assoluta alla FIVET è l’occlusione tubarica bilaterale, indicazioni relative sono una patologia tubarica moderata, oligoatenoteratoazoospermia, la sterilità idiopatica. Nel trasferimento intratubarico di embrioni (TET), gli embrioni vengono deposti tramite una laparoscopia, all’interno della tuba. Nel trasferimento intratubarico di zigoti (ZIFT), dopo aver ottenuto la fertilizzazione in vitro, gli oociti fertilizzati vengono deposti all’interno della tuba per via laparoscopica. Il trasferimento intratubarico di gameti (GIFT) prevede la deposizione, per via laparoscopica o per via retrograda, di oociti e spermatozoi preparati all’interno della tuba.
Gli Esami Richiesti. Gli esami richiesti nella terapia della sterilità sono elencati nella seguente tabella:
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PARTNER FEMMINILE
(TECNICHE MINORI)
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PARTNER MASCHILE
(TECNICHE MINORI)
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PARTNER FEMMINILE
(TECNICHE MAGGIORI)
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PARTNER MASCHILE
(TECNICHE MAGGIORI)
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GRUPPO SANGUIGNO |
X |
X |
X |
X |
HIV |
X |
X |
X |
X |
HCV |
X |
X |
X |
X |
MARKER EP B |
X |
X |
X |
X |
VDRL |
X |
X |
X |
X |
TORCH |
X |
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X |
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MICROCITEMIA |
X |
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X |
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FAVISMO |
X |
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X |
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TAMPONE PER: |
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MICOPLASMA |
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CLAMIDIA T |
X |
X |
X |
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GONOCOCCO |
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MAPPA CROMOSOMICA |
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X |
X |
SCREENING FIBROSI CISTICA |
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(X) |
X |
La Stimolazione Ovarica e Spermatogenetica.
Per questa prima tappa possono essere utilizzati numerosi protocolli, nell’ambito di quelli dimostratisi clinicamente efficaci. La scelta del protocollo deve tenere in considerazione l’età del/la paziente, l’indicazione al trattamento e deve tendere ad ottimizzare le percentuali di successo riducendo nel contempo al minimo le complicanze (iperstimolazione ovarica). In considerazione degli elevati costi di molte sostanze utilizzate per la stimolazione, va tenuto in considerazione l’appropriatezza della cura ed il rapporto costi/benefici. L’appropriatezza della cura può esulare dalle limitazioni della scheda tecnica del prodotto e quindi essere indicata dal medico di riferimento. Nell’ipogonadismo ipogonadotropo maschile possono essere utilizzati le gonadotropine ed il GnRH.
Inseminazione In Vitro e Coltura di Embrioni.
La manipolazione di gameti ed embrioni umani deve essere eseguita in condizioni ottimali, in ambienti idonei e in condizioni di sterilità. La procedura di laboratorio per la inseminazione convenzionale è largamente standardizzata. In caso di fattori maschili di infertilità, il laboratorio deve essere attrezzato per l’esecuzione della inseminazione intracitoplasmatica (ICSI). Le tecniche maggiori di PMA sono definibili come tali solo in caso di disponibilità della tecnica ICSI. Anche una selezione preliminare accurata non può escludere al 100% la necessità di una ICSI al momento della inseminazione e non è accettabile una fallita fecondazione dovuta alla non disponibilità della tecnica. Nello stesso tempo, si raccomanda di limitare l’uso della ICSI solo ai casi di reale necessità. I laboratori debbono quindi prevedere la procedura di crioconservazione di eventuali embrioni in eccesso o di ovociti. Al fine di ridurre il numero degli embrioni crioconservati o qualora la coppia non accetti la crioconservazione di materiale genetico in eccesso, possono non essere inseminati il totale degli ovociti prelevati. Si auspica altresì di inseminare un numero adeguato di ovociti per la finalità qui sopra esposta.
Il trasferimento di embrioni.
Il trasferimento di embrioni è generalmente eseguito 2-3 giorni dopo il prelievo di ovociti allo stadio di 4-8 cellule. Può essere eseguito dopo 5-6 giorni (allo stadio di blastocisti) solo qualora esistano condizioni ottimali. Considerando che queste metodiche offrono oggi elevate percentuali di successo, si raccomanda di non trasferire più di 3 embrioni e di valutare con attenzione anche la possibilità, in condizioni ottimali (pazienti giovani al I° ciclo) di trasferire un massimo di 2 embrioni. È assolutamente necessario mettere in atto tutte le misure per ridurre al minimo la alta incidenza di gravidanze multiple che rappresenta oggi la complicanza più frequente, ed eticamente non più accettabile, della PMA. Gli embrioni in eccesso devono essere crioconservati, con il consenso della coppia (vedi capitolo specifico). La Donazione di Gameti.
Le Normative Nazionali sulle donazioni dei gameti
a) Nota ministeriale 100/119657/32.2.14 del 1 marzo 1985 “Limiti e condizioni di legittimità dei servizi per l’inseminazione artificiale nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale”
b) Circolare ministeriale n. 17 del 10 aprile 1992 “Misure di prevenzione della trasmissione dell’HIV e di altri agenti patogeni nella donazione di liquido seminale impiegato per fecondazione assistita umana e nella donazione d’organo, di tessuto e di midollo osseo”
c) Decreto ministeriale marzo 1997
L’indicazione a tale tecnica può derivare dall’assenza dei gameti (azoospermia e fallimento ovarico precoce, condizioni cliniche sempre più frequenti visto il miglioramento delle terapie oncologiche), o da un elevato rischio di trasmissione di malattie genetiche e/o infettive alla prole.
Le tecniche utilizzate per l’utilizzo di spermatozoi di donatore dipendono dalla presenza o meno di fattori di sterilità nella donna (IUI o FIVET). Gli oociti donati possono essere utilizzati per il trasferimento intratubarico di gameti (GIFT) o inseminati in vitro con tecnica convenzionale (FIVET) o con la tecnica di microiniezione (ICSI) con successivo trasferimento degli embrioni ottenuti in utero. Sotto un profilo metodologico si utilizzano, laddove possibile, prima tecniche a bassa invasività/complessità lasciando ad una fase successiva quelle a più alta invasività, laddove le prime non abbiamo avuto i risultati sperati. La donazione deve essere anonima e non retribuita. L’indicazione alla donazione di gameti va ovviamente suddivisa a seconda si tratti di pazienti maschi o femmine; in entrambi i casi ovviamente è indicata nei casi di fallimento gonadico precoce e nei casi di interventi chirurgici castranti, dopo radio e chemioterapia e per sindromi cromosomiche che prevedono l'assenza o l'iposviluppo delle gonadi. Vi è poi, per quanto riguarda l'uomo, la possibilità di trasmissione dello stato di sterilità (severa oligoastenoteratospermia, azoospermia)ai figli maschi, se presenti microdelezioni sul braccio lungo del cromosoma Y. Per quanto riguarda la donna una delle indicazioni ormai in uso è l'utilizzo di ovociti eterologhi in casi di ripetuti fallimenti di impianto e in caso di età sopra i 44 anni. Dopo questa età infatti, le possibilità di gravidanza, anche dopo fecondazione assistita sono bassissime se non addirittura inesistenti. Le tecniche utilizzate (dove possibile partendo dalle metodiche più semplici e meno invasive e arrivando alla fertilizzazione in vitro) sono: le inseminazioni intracervicali, le inseminazioni intrauterine dopo induzione multipla della ovulazione e la fertilizzazione in vitro per l'uomo. Per la donna l'unica tecnica utilizzabile è la fertilizzazione in vitro standard e/o se il campione seminale del partner lo necessita la ICSI. Gli ovociti donati possono essere di donne che a loro volta si sottopongono ad un trattamento di fecondazione assistita di II livello e che hanno un sovrannumero di ovociti raccolti. La donazione deve essere anonima e non a pagamento; nulla può essere dato in cambio degli ovociti donati. Sotto un profilo metodologico si utilizzano, laddove possibile, prima tecniche a bassa invasività/complessità lasciando a dopo quelle a più alta invasività, laddove le prime non abbiamo avuto i risultati sperati. Utilizzo di ovociti eterologhi L'utilizzo di ovociti eterologhi dovrebbe essere fatta dopo attento screening della ricevente e della donatrice. La donatrice dovrebbe avere non più di 35 anni con lo scopo di ridurre il rischio di anomalie genetiche legate all'invecchiamento degli ovociti come la Sindrome di Down. Lo screening dovrebbe prevedere tutti gli esami riguardanti le malattie infettive, la mappa cromosomica, l'anemia mediterranea ed il favismo. I criteri per la sincronizzazione dovrebbero riguardare il gruppo sanguigno (il gruppo del figlio/a dovrebbe risultare compatibile con quello derivante dall'unione dei due genitori) e i caratteri fenotipici recessivi (occhi chiari e capelli biondi) se la ricevente ed il proprio partner sono entrambi recessivi. Gli ovociti dovrebbero essere tutti donati dalla stessa donatrice onde evitare in caso di gravidanze multiple gemelli discordanti geneticamente. Una donatrice può donare i propri ovociti fino ad un massimo di 5 gravidanze (come risulta dalle considerazioni statistico-epidemiologiche internazionali). Gli ovociti possono essere utilizzati "freschi" o dopo congelamento (nel caso che la donatrice non voglia più utilizzare i propri ovociti congelati e decida di donarli). I centri che possono eseguire ovodonazione sono quelli di II livello e devono poter offrire alla donatrice il congelamento (la donatrice deve avere la possibilità di poter congelare ovociti e/o embrioni). L’indicazione a tale tecnica può derivare dall’assenza dei gameti (azoospermia e fallimento ovarico precoce, condizioni cliniche sempre più frequenti visto il miglioramento delle terapie oncologiche), o da un elevato rischio di trasmissione di malattie genetiche alla prole. Le tecniche utilizzate per l’utilizzo di spermatozoi di donatore dipendono dalla presenza o meno di fattori di sterilità nella donna (IUI o FIVET). Gli oociti donati possono essere utilizzati per il trasferimento intratubarico di gameti (GIFT) o inseminati in vitro con tecnica convenzionale (FIVET) o con la tecnica di microiniezione (ICSI) con successivo trasferimento degli embrioni ottenuti in utero. Sotto un profilo metodologico si utilizzano, laddove possibile, prima tecniche a bassa invasività/complessità lasciando a dopo quelle a più alta invasività, laddove le prime non abbiamo avuto i risultati sperati. Utilizzazione di liquido seminale eterologo.
Indicazioni: partner maschile con azoospermia irreversibile partner maschile portatore di malattie genetiche ad alto rischio di trasmissione (emofilia, sindrome di Huntington’s); partner maschile portatore di malattie infettive a grave compromissione della vita e trasmissibili al neonato nel caso di azoospermia, la coppia deve essere informata sulla possibilità di eseguire, qualora indicato, un tentativo di prelievo chirurgico di spermatozoi. Qualora ritrovati, possono essere utilizzati, con percentuali di successo oggi clinicamente accettabili, per un ciclo di ICSI. Nel caso di malattie genetiche, la coppia deve essere informata sulle possibilità della diagnosi pre-impianto. Deve essere esclusivamente usato seme crioconservato in quanto il rischio di trasmissione di HIV e di malattie sessualmente trasmesse con seme fresco è elevato. Selezione dei donatori[1] L'età del donatore non deve superare i 45 anni. Ogni potenziale donatore deve essere sottoposto a:
- attenta anamnesi per accertare eventuali comportamenti a rischio pregressi o in atto e per la ricerca di malattie famigliari.
- esame obiettivo mirato alla ricerca di segni di malattie virali o batteriche
- screening dei seguenti esami: - gruppo sanguigno - cariotipo su sangue periferico - HIV - HCV - Markers epatite B - VDRL - Test per CMV - Hb patologiche, resistenze globulari osmotiche, piruvatochinasi - G6PDH (Favismo) - Spermiocultura e tampone uretrale per clamidia, gonococco e micoplasmahiminis, ureaplasma urealyticum, altri batteri - (Screening per la fibrosi cistica) - spermiogramma per valutare la potenziale fertilità Solo qualora tutti gli esami risultino negativi, il liquido seminale se normospermico può essere crioconservato. La crioconservazione deve avvenire all’interno della stessa struttura e devono essere messi in atto tutti i criteri idonei per la identificazione e rintracciabilità delle singole paillettes. Gli esami infettivologici devono essere ripetuti dopo 180 giorni dalla data della raccolta del liquido seminale. Qualora risultino ancora negativi, il campione crioconservato sei mesi prima può essere messo in uso. I centri devono approntare uno schedario; coperto dal segreto professionale, dei donatori contenente tutte le informazioni anamnestiche, cliniche e laboratoristiche atte a documentare l’assenza di rischio. Ogni donatore può dare adito ad un massimo di 5 gravidanze a termine. Il liquido seminale eterologo può essere utilizzato sia nelle tecniche minori (inseminazioni) sia nelle tecniche maggiori (FIVET) in base alla valutazione della fertilità della partner femminile che deve sempre essere eseguita. La partner femminile della coppia che riceve seme di donatore deve eseguire tutti gli esami preliminari richiesti per la tecnica (vedi PMA). Il partner maschile deve eseguire accertamenti idonei ad escludere la possibilità di trasmissione di malattie virali o batteriche attraverso i rapporti sessuali. La coppia ricevente deve sempre firmare il consenso informato specifico per la utilizzazione di seme eterologo, oltre al consenso informato per la tecnica cui verrà sottoposta .La determinazione di un donatore alla specifica coppia deve tenere in considerazione il gruppo sanguigno e le caratteristiche somatiche. L’utilizzo di liquido seminale eterologo crioconservato, qualora ve ne sia indicazione, può avvenire sia nel I che nel II livello: non servono strumentazioni particolari per l’utilizzo. Sono necessari, invece standard minimi per centri in possesso di una banca del seme.
Crioconservazione di embrioni e gameti maschili. La possibilità di crioconservare gameti ed embrioni in azoto liquido, è diventata una esigenza importante in un Centro di Fecondazione Assistita umana. I primi esperimenti, eseguiti sui gameti maschili, risalgono al 1949 e, attualmente il congelamento degli spermatozoi è una procedura standardizzata. Recentemente è nata l'esigenza di ulteriori studi per migliorare la crioconservazione degli spermatozoi umani perché c'è la necessità di congelare non solo seme di soggetti fertili a scopo di donazione, ma anche di pazienti che devono sottoporsi a chemio o radioterapie o al prelievo degli spermatozoi in condizioni non fisiologiche (epididimo o testicolo). La crioconservazione degli embrioni umani sovrannumerari provenienti dalle tecniche di fertilizzazione in vitro viene eseguita routinariamente in tutto il mondo. La prima gravidanza è stata ottenuta nel 1983 e, attualmente, i bambini nati da embrioni scongelati sono molto numerosi. Alcuni studi eseguiti sui livelli di hCG, sulle settimane di gravidanza, sul peso dei bambini alla nascita e sui difetti congeniti, non riportano dati statisticamente diversi da quelli delle gravidanze ottenute con embrioni freschi . I metodi sperimentati per la crioconservazione sono numerosi.
Ogni Centro nell'ambito della legislazione del Paese in cui si trova, può scegliere strategie di comportamento diverse per quanto riguarda: - lo stadio di sviluppo al quale eseguire il congelamento: allo stadio di zigote, oppure allo stadio di 2-6/8 cellule o blastocisti; - la qualità degli embrioni: vengono solitamente conservati solo embrioni di buona qualità (blastomeri regolari, presenza di frammenti anucleati <20%). Pur seguendo questa norma, in alcuni Centri vengono trasferiti gli embrioni migliori sul ciclo fresco per dare subito le maggiori probabilità mentre, in altri vengono crioconservati i migliori e trasferiti quelli di qualità inferiore per poter sfruttare le potenzialità di tutti gli embrioni sviluppati ; - il momento in cui scongelare gli embrioni: alcuni Centri scelgono di scongelare il giorno prima di eseguire il trasferimento per utilizzare solo gli embrioni che proseguono lo sviluppo in vitro e scartare quelli che si arrestano, altri, eseguono lo scongelamento il giorno in cui viene eseguito il transfer basando la scelta sulla sopravvivenza al termine dello scongelamento (dopo alcune ore di coltura in vitro . È altresì scientificamente non valutabile come metodologicamente migliore: - la scelta di eseguire il transfer di embrioni scongelati su ciclo naturale o supplementato da farmaci. - la scelta della/e metodologia di congelamento e scongelamento. - il numero di embrioni trasferiti: attualmente la tendenza è di limitare il numero, se la qualità e l'età della paziente lo consentono, per ridurre la possibilità di gravidanze multiple ; Un Centro che voglia intraprendere e sostenere la possibilità di congelare, conservare e scongelare materiale biologico, deve prevedere personale adeguatamente preparato in criobiologia, la disponibilità di ambienti idonei e della strumentazione necessaria. I metodi di congelamento e scongelamento sperimentati per ovociti, zigoti e pre-embrioni sono numerosi: lento, rapido, ultrarapido, vitrificazione . Le diverse modalità di congelamento possono inoltre prevedere l'utilizzo di differenti crioprotettori per prevenire e ridurre i danni cellulari, come, ad esempio: glicerolo, dimetilsulfossido (DMSO), 1,2-propanediolo, polivinilpirrolidone (PVP), glucosio. Attualmente il metodo più ampiamente utilizzato per ovociti, zigoti e pre-embrioni è quello che prevede 1,2-Propanediolo e Saccarosio come crioprotettori, un congelamento con lenta discesa della temperatura ed uno scongelamento rapido con passaggio in concentrazioni decrescenti di crioprotettori. Fornisce percentuali di sopravvivenza che variano tra il 69% e l'80% e percentuali di gravidanza che variano tra il 15% e il 20% risultando quindi più vantaggioso rispetto ad altri metodi È inoltre, necessario raccogliere i dati relativi ai cicli di congelamento ed al successivo/i cicli di scongelamento in una banca dati che venga aggiornata sistematicamente e sia a disposizione per valutazioni statistiche periodiche molto utili per avere un continuo controllo sull'andamento dei risultati.
Indicazioni Suggerite Per La Crioconservazione di Embrioni. I criteri applicati sono i seguenti:
- Utilizzazione degli embrioni di migliore qualità in ciclo fresco. Non vengono trasferiti embrioni freschi nei casi di rischio di iperstimolazione.
- In accordo con la paziente congelamento solo per gli embrioni sovrannumerari di buona qualità (blastomeri regolari, < 20% di frammenti anucleati) vengono congelati il giorno stesso (il secondo o il terzo dall'inseminazione).
- scongelamento e trasferimento entro 3 anni dal congelamento in caso di fallimento o 3 anni dalla nascita del bambino in caso di gravidanza
- utilizzazione di tutti gli embrioni congelati prima di essere sottoposte ad ulteriore stimolazione ovarica
- il ciclo di scongelamento verrà eseguito su ciclo naturale o artificiale a seconda delle caratteristiche del ciclo mestruale e dell'età della paziente.
- divieto di mobilità degli embrioni (lo scongelamento ed il trasferimento deve essere prodotto presso le stesse strutture). Alcuni autorevoli scienziati considerano infine il trasferimento differenziato nel tempo di embrioni congelati un procedimento migliorativo sulla efficacia dell'impianto embrionale stesso.
Crioconservazione degli Ovociti. Poiché lo stoccaggio di embrioni comporta una serie di problemi etici, legali e religiosi molto sentiti dai ricercatori e dall’opinione pubblica, una soluzione alternativa è rappresentata dalla crioconservazione dei gameti femminili che, oltre all’applicazione nei programmi FIVET, prospetta una serie di vantaggiose applicazioni cliniche. Infatti questa metodica potrebbe conservare la fertilità, in donne che rischiano un esaurimento ovarico precoce, malattie pelviche, trattamenti chirurgici o chemio-radioterapici. Nei programmi FIVET il congelamento degli ovociti consente di differire la fecondazione e quindi il trasferimento embrionale nei casi di rischio elevato di sindrome da iperstimolazione ovarica senza produrre troppi embrioni verosimilmente destinati ad essere abbandonati. Questa tecnica consente inoltre di far fronte a condizioni di emergenza nelle quali il seme non risulti disponibile per fallimento della produzione o mancato reperimento nei prelievi testicolari
Risultati clinici.
Sopravvivenza. La sopravvivenza allo scongelamento degli ovociti umani riportato in letteratura varia considerevolmente tra meno del 25% e oltre l'80%. La percentuale di fecondazione spesso ridotta e la incidenza di fecondazione anomala talora elevata negli ovociti crioconservati sono state messe in relazione ai possibili danni alla zona pellucida e ai granuli corticali che impedirebbero una corretta interazione con gli spermatozoi. La iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI) è stata recentemente proposta come soluzione a questi problemi. Con questa tecnica la percentuale di fecondazione normale ottenuta nei centri che la realizzano è fino al 64%.
Efficienza. Fino a tempi relativamente recenti la crioconservazione degli ovociti è stata considerata una tecnica a bassa efficienza per la scarsa sopravvivenza, fecondazione e divisione degli ovociti. Con l'introduzione della ICSI, i risultati in termini di fecondazione, sviluppo embrionale ed impianto si avvicinano molto a quelli ottenuti con gli ovociti freschi. La sola tappa limitante del processo appare attualmente la sopravvivenza degli ovociti al congelamento che dovrebbe essere ulteriormente migliorata.
Sicurezza. La sicurezza del congelamento degli ovociti è stata estesamente dibattuta. Come precedentemente esposto, una delle maggiori riserve riguarda il possibile danno al fuso mitotico e quindi la possibile induzione di aneuploidia. Tuttavia, gli studi recenti sono stati rassicuranti dimostrando un patrimonio genetico normale e l'assenza di cromosomi erranti negli ovociti crioconservati. È verosimile inoltre che il processo di congelamento sottoponga gli ovociti ad una sorta di selezione durissima dalla quale solo gli ovociti migliori e più resistenti sopravvivono. Le terapie farmacologiche in uso possono portare al recupero di oociti in eccesso rispetto a quelli necessari per il trattamento in corso.
I Risultati Mondiali delle Tecniche di Fecondazione Assistita. I risultati riportati sono tratti dall'ultimo report comunicato al congresso mondiale di fecondazione in vitro di Vancouver 1997. Non sono disponibili dati italiani attendibili perché il registro nazionale raccoglie un numero limitato di Centri che non hanno mai inviato i risultati con regolarità.
Paesi Partecipanti 31
Cicli Iniziati 127641
Ovociti Raccolti 113732
Transfers 96905
Gravidanze Cliniche 23888 (21.0%)
Bambini nati vivi 16951 (14.9%)
Paesi Partecipanti 31
Cicli Iniziati 19318
Ovociti Raccolti 18471
Transfers 16683
Gravidanze Cliniche 4067 (22.0%)
Bambini nati vivi 2756 (14.9%)
Paesi Partecipanti 31
Cicli Iniziati 8938
Ovociti Raccolti 7956
Transfers 6685
Gravidanze Cliniche 2489 (31.2%)
Bambini nati vivi 1930 (24.3%)
Paesi Partecipanti 31
Centri 291
Ovociti Raccolti 11714
Embrioni congelati 18565
Congelati dopo FIVET
- Transfer 27150
- Gravidanze 4339 (16.0 %)
Congelati dopo ICSI
- Transfer 2535
- Gravidanze 419 (16.5 %)
RISULTATI RELATIVI ALLA CASISTICA MONDIALE 1995 (Journal of Assisted Reproduction and Genetics, Vol 14, No 5, 1997) Tecnica Cicli iniziati Prelievi oociti Trasferimenti Gravidanze cliniche Gravidanze a termine FIVET 127.641 113.732 (89,1%) 96.905 (85,2%) 23.888 (18,7%) 16.951 (13,3%) ICSI 19.318 18.471 (95,6%) 16.683 (90,3%) 4.067 (21,1%) 2.756 (14,3%) GIFT 8.938 7.956 (89%) 6.685 (84%) 2.489 (27,7%) 1.930 (21,6%) Le percentuali sono calcolate sui cicli iniziati Esito delle gravidanze Tecnica Gravidanze Aborti spontanei Ectopiche Morte fetale 20-27 sett Morte fetale >28 sett. A termine FIVET 30827 17,9 % 3,6 % 0,58 % 0,53 % 77,9 % ICSI 8551 18,1 % 1,2 % 0,4 % 0,68 % 80 % GIFT 3095 17,9 % 3,7% 0,85 % 0,65 % 76,6 % Tecnica Singole Gr. multiple Gemellari Trigemine Quadrigemine FIVET 70,9 % 29 % 24,7 % 4,1 % 0,2 % ICSI 72,4% 27,6 % 24,3 % 3,2 % 0,1 % GIFT 67,3 % 33,1 % 26,8 % 5,4 % 0,5 %
[1] Riferimento normativo: CM 17 del 10/4/92