Non più di 10 chili da mettere su nell'arco dei nove mesi: queste le indicazioni degli specialisti per quanto riguarda l'aumento ponderale consigliato in gravidanza. Se ingrassa troppo, la donna rischia solo di aumentare la sua riserva di grassi, costituenti che non vengono utilizzati in gravidanza e che quindi dovranno essere smaltiti dopo il parto. Inoltre, un aumento di peso eccessivo può facilitare alcune alterazioni metaboliche che possono essere a loro volta il primo anello di certe malattie (un'intolleranza al glucosio, un diabete vero e proprio, o un'ipertensione) a rischio per la gravidanza. Non solo per la salute della donna, ma anche per quella del piccolo in arrivo. Se i chili messi su durante i 9 mesi sono eccessivi, c'è rischio che insorgano alcuni disturbi tipici dell'attesa: mal di schiena, dolori alle ginocchia, causati dal fatto che colonna vertebrale e articolazioni si ritrovano a dover sostenere un peso eccessivo. E infine, se la donna ingrassa troppo, è facile che il bambino sia particolarmente grosso alla nascita: il parto può risultarequindi più difficoltoso. Ma soprattutto, una mamma che accumula troppi chili (e che quindi segue un'alimentazione squilibrata ed eccessiva) può facilitare l'obesità del nuovo nato. Sugli eccessi di peso pesano notevolmente i fattori ambientali, primi tra tutti le cattive abitudini alimentari della mamma (acquisite anche durante la gravidanza) e che trasmette poi al bebè attraverso l'educazione al cibo.
Origine dell'aumento di peso durante la gravidanza
Al 4°, 5° mese:
Feto, placenta, liquido amniotico: 720g
Seno, utero: 765g
Grasso del corpo: 2000g
Sangue, acqua: 600g
Totale: 4085g (4,8kg)
Alla fine della gravidanza:
Feto, placenta, liquido amniotico: 4750g
Seno, utero: 1300g
Grasso del corpo: 4000g
Sangue, acqua: 2450g
Totale: 12500g (12,5kg)